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Mai come oggi serve più (e migliore) formazione per le PMI

La pubblicazione dell’ultimo Rapporto dell’Inapp sulla Formazione Continua ci fornisce spunti interessanti per più di una riflessione sul tema.

Iniziamo col notare che, nonostante il numero di adulti tra i 25 e i 64 anni coinvolti in attività di formazione sia aumentato nel tempo (9,6% nel 2022), l’Italia rimane indietro di oltre due punti percentuali rispetto alla media europea (11,9%). Come spesso provo a suggerire, dovremmo scomporre il dato complessivo per cogliere le ragioni di questo ritardo ed immaginare politiche più adeguate.

Nella formazione degli adulti gioca un ruolo determinante quella che definiamo “formazione continua”, relativa ad iniziative organizzate dalle imprese in favore dei propri lavoratori; essa assorbe infatti la quota maggiore delle attività formative degli adulti. Come ben sappiamo, il nostro sistema produttivo è composto per la grande maggioranza da PMI, che sono però quelle che meno attivano percorsi formativi. Senza alcuna sorpresa, il Rapporto ci informa che il 92,8% delle grandi aziende realizza iniziative formative, contro l’83,4% delle medie imprese (50-249 dipendenti), il 66% delle piccole imprese (10-49 dipendenti) e circa il 50% delle micro imprese (6-9 dipendenti), senza considerare che per le aziende più piccole i dati risultano fortemente influenzati dalla formazione obbligatoria (sicurezza, primo soccorso, etc.), che poco incide sulla professionalità dei lavoratori.

Ma come aumentare significativamente le ore di formazione nelle PMI? E a quale scopo? Intanto sono convinto che le responsabilità maggiori siano in capo alle nostre imprese. Le istituzioni possono agevolare certi processi, ma tocca alle aziende compiere poi i passi decisivi. Ma credo anche che, mai come oggi, ci sia una grande sfida per la comunità dei formatori, cui sono richieste proposte molto innovative.

Si tratterebbe di ripensare gli strumenti di analisi dei fabbisogni formativi (tanto quelli espliciti quanto i bisogni impliciti dei processi produttivi) e le metodologie didattiche, ma più in generale gli stessi modelli consulenziali con cui ci si approccia alle PMI. Servirebbero modelli compatibili con strutture aziendali fatte da pochi addetti e con una forte aspettativa di concretezza e di spendibilità immediata degli apprendimenti. Una domanda formativa volta non solo ad incrementare competenze e conoscenze dei lavoratori, ma che supporti l’introduzione di nuovi processi e strumenti di lavoro, con un impatto tangibile.

Ma questa logica prevede il ripensamento dei modelli formativi vigenti, troppo spesso accusati di essere de-contestualizzati, astratti ed autoreferenziali. Servono invece iniziative formative su misura che “lasciano qualcosa” di concreto alle PMI, magari prevedendo delle sperimentazioni su piccola scala, che abbiano costi limitati per formatori/enti formativi e prevedano una adozione snella per le imprese.

Salvo Messina
Presidente Solco

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Sicilia

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 300 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Lazio

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile è di 800 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Abruzzo

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 6 dipendenti
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 7 a 19 dipendenti
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 600 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.