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La forza lavoro invecchia, le politiche del lavoro non maturano

L’occupazione nel nostro Paese continua a crescere. Secondo i dati provvisori diffusi dall’ISTAT, nel mese di febbraio 2025 il numero degli occupati ha raggiunto il massimo storico di 24 milioni 332 mila, portando il tasso di occupazione al 63%.

Tutto bene? In parte sì, ma questi dati meritano una riflessione più articolata.

Innanzitutto, siamo di fronte ad un dato davvero impressionante: il 95% dei nuovi posti di lavoro è stato coperto da persone con più di 50 anni. A questa fascia d’età sono andati infatti 542.000 dei 567.000 nuovi posti di lavoro complessivi rispetto a febbraio 2024. Di conseguenza, solo una minima parte dei giovani è riuscita a trovare una nuova occupazione.

La crescente partecipazione degli over 50 al mercato del lavoro è una notizia positiva. È certamente legata all’aumento dell’età pensionabile, ma anche al miglioramento delle aspettative di vita. Inoltre, rappresenta anche una risposta indiretta alla crisi demografica e alla necessità di riequilibrare i conti dell’INPS. Il miglioramento delle condizioni di lavoro rende oggi, in molti settori, più sostenibile una permanenza prolungata in attività.

Tuttavia, questa nuova situazione richiede maggiore attenzione alle problematiche legate all’invecchiamento della forza lavoro, considerando che si tratta di un fenomeno strutturale e destinato ad ampliarsi con l’invecchiamento progressivo della popolazione. Questo dovrebbe spingerci a immaginare politiche capaci di accompagnare il cambiamento. Le imprese devono avviare progetti mirati, in grado di sostenere i lavoratori più anziani attraverso attività di formazione continua, innovazione organizzativa, revisione delle mansioni e rimodulazione dei tempi di lavoro. Molti esperti sottolineano l’urgenza di sviluppare una ricerca mirata all’individuazione di nuove tecnologie, capaci di affiancare o sostituire il lavoro umano con nuove macchine.

L’altro grande tema che questi dati mettono in evidenza riguarda il tasso di occupazione giovanile, ancora troppo basso. È importante chiarire che non si tratta di una competizione tra giovani e anziani: il nostro mercato del lavoro continua infatti a segnalare una forte domanda di posti vacanti non coperti. La sfida, oggi, è connettere i giovani a questa domanda inevasa, attraverso politiche mirate e progetti flessibili di formazione e accompagnamento al lavoro.

Il piano di lavoro per il 2025 del Network europeo dei Servizi Pubblici per l’Impiego, appena pubblicato, ha tra i suoi obiettivi proprio quello di facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

“L’attivazione e i servizi personalizzati per persone in cerca di occupazione e datori di lavoro saranno prioritari, con la previsione di un Opinion Paper come contributo alla revisione del piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali. Il programma si concentrerà anche sulla cooperazione per il supporto ai disoccupati di lunga durata e sui servizi per i datori di lavoro in un contesto di carenza di manodopera”. Così recita il rapporto, e si potrebbe dire, ben detto.

Ma ci chiediamo: come sarà realizzato tutto questo nei nostri Centri Per l’Impiego? Con quali strumenti? E con quali competenze?

I dubbi, purtroppo, rimangono.

Salvo Messina

Presidente Solco

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Sicilia

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 300 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Lazio

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile è di 800 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Abruzzo

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 6 dipendenti
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 7 a 19 dipendenti
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 600 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.