L’INPS – con Messaggio del 20 giugno 2019, n. 2326 – ha fornito alcuni chiarimenti sull’ambito di applicazione delle tutele del lavoro delle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, per favorire:
- l’emersione del lavoro irregolare;
- il contrasto dell’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro;
- l’accesso all’integrazione salariale e agli ammortizzatori sociali.
Com’è noto, per consentire alle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria la prosecuzione dell’attività, l’attuale disciplina prevede che – ai fini del rilascio del DURC – rilevino esclusivamente gli obblighi contributivi relativi all’arco temporale successivo alla data di approvazione del programma di prosecuzione o di ripresa dell’attività dell’impresa sequestrata e confiscata, ex art. 41, Dlgs. n. 159/2011.
L’esposizione debitoria maturata antecedentemente alla data di approvazione del programma di prosecuzione o di ripresa dell’attività resta dunque esclusa dalla verifica della regolarità contributiva.
Infine, stante il fatto che l’art. 55, Dlgs. n. 72/2018 non preclude la notifica degli avvisi di addebito e prevede esclusivamente la sospensione delle azioni esecutive di competenza dell’Agente della Riscossione finalizzate al recupero coattivo degli importi dovuti, tutti i crediti dell’impresa sequestrata e confiscata sottoposta ad amministrazione giudiziaria, compresi quelli sorti a decorrere dalla data di approvazione del programma di prosecuzione o di ripresa dell’attività, potranno essere trasmessi all’Agente della Riscossione.
Scopri di più sul Decreto legislativo 18 maggio 2018, n. 72, recante “Tutela del lavoro nell’ambito delle imprese sequestrate e confiscate in attuazione dell’articolo 34 della legge 17 ottobre 2017, n. 161” dal sito dell’INPS.