La realtà, di cui non si vuole prendere atto, è che gli strumenti pubblici di incontro tra domanda e offerta in Italia non funzionano praticamente dappertutto.
Come nel caso della cosiddetta norma “spazza divani”, introdotta nel decreto aiuti, che allarga anche al settore privato la perdita del reddito di cittadinanza al percettore che rifiuta oltre tre volte un’offerta di lavoro. Se la si analizza lucidamente, come ha fatto brillantemente nel suo articolo Gabriele Fava apparso sul Sole 24 ore, se ne deduce che sulla carta è tutto meraviglioso ma nella pratica è solamente una bella favola.
Ora sarebbe davvero molto interessante conoscere quante sono state le cancellazioni del reddito di cittadinanza a fronte del rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, ipotizzo non più di una decina. Ma la questione ancora più interessante è: pensiamo davvero che un datore di lavoro, non solo vada a cercare un possessore di RdC per offrirgli un lavoro ma, dopo aver elegantemente incassato un rifiuto, vada al Centro per l’Impiego a denunciare il fatto? Davvero, ma chi glielo fa fare?
Se poi ci aspettiamo che invece l’offerta venga da un Centro per l’impiego siamo proprio nel mondo dei sogni. Questo non significa, ovviamente, che qualche Centro non svolga azioni di incontro domanda e offerta, ma stiamo parlando purtroppo di numeri esigui e poco rappresentativi. Per avere conferma di tutto questo basta dare un’occhiata ai dati sulle modalità di incontro tra domanda ed offerta.
Solo il 4,2% degli avviamenti al lavoro sono promossi dai Centri per l’Impiego,
- Fanno meglio le scuole e le Università con il 5,3%
- Le Agenzie private intermediano il 6,5%
- Il 23% del lavoro si trova attraverso amici, conoscenti o segnalazioni.
Una percentuale rilevante è intercettata dalle autocandidature o candidature inviate tramite portali e app del settore.
In un quadro come questo come si può pensare che esista una reale e concreta possibilità che un datore di lavoro possa intercettare un possessore di RdC utile per coprire una sua esigenza occupazionale?
Salvo Messina,
Presidente Solco