Per capire che vi fossero limiti agli interventi previsti a favore di soggetti disoccupati e percettori di Naspi e Reddito di Cittadinanza, non ci voleva certo il genio della lampada. Tanto che, già a metà luglio, avevamo affrontato questo argomento in un articolo precedente.
Troppo grandi erano infatti le farraginosità delle modalità previste dalle singole Regioni e questo ha nei fatti impedito il raggiungimento dei target a suo tempo definiti.
Anche testate prestigiose hanno posto l’accento su questo tema, Il Sole 24 ore del 31 agosto parla di flop delle politiche attive.
Infatti, dei 600.000 destinatari previsti da coinvolgere nell’anno in corso, solo 100.000 sono stati effettivamente profilati.
Come volevasi dimostrare, più del 30% sono stati effettuati nella sola regione Lombardia, dove queste attività possono essere svolte sia dai centri per l’impiego che dalle Agenzie del Lavoro private. Nelle altre regioni dove la profilazione avviene, invece, solo nei Centri per l’Impiego, i ritardi diventano macroscopici.
La gran parte delle Regioni stanno pubblicando in questi giorni i bandi per individuare i soggetti del privato da coinvolgere a valle di questo lavoro di profilazione (formazione, accompagnamento al lavoro, etc.).
Possiamo dire oltremodo che siamo ancora “a carissimo amico”. E, si può ancor più, essere facili profeti nel predire che gli obiettivi preposti non saranno raggiunti e che queste Regioni rischiano di subire significativi tagli per i finanziamenti dei prossimi anni.
È decisamente impressionante e sconsolante vedere come le manie burocratiche finiscono per vanificare anche le intenzioni più generose.
Possibile che il Legislatore non abbia previsto tutto questo e che nessuno vi abbia posto rimedio?
Salvo Messina,
Presidente Solco