Nei giorni scorsi presso la Regione Abruzzo sono stati presentati i primi risultati di un importante progetto, realizzato da Solco con altri partner locali, volto ad implementare un modello di presa in carico dei detenuti degli Istituti penitenziari della regione.
A seguito di una analisi approfondita delle buone pratiche attuate in Italia ed in Europa, abbiamo elaborato uno schema con una forte centratura sul singolo individuo, che parte dalla necessità di analizzare le problematiche personali, effettuare il proprio bilancio di competenze e costruire un percorso specifico.
Quello che emerge con forza è l’impossibilità di proporre percorsi generici di formazione, buoni per tutti; approcci di questo tipo si sono rivelati più volte inadeguati. Un sistema efficace deve invece essere in grado di leggere i bisogni formativi e le potenzialità, nonché di scandagliare la domanda di lavoro espressa dal territorio, così da favorire l’occupazione di simili gruppi sociali svantaggiati. Come si è fatto in altre parti in Europa, diventa decisivo capire quali sono quei lavori che rimangono scoperti e definire specifici progetti di inserimento. Il tutto dovrebbe essere accompagnato da un sistema informatico capace di raccogliere la domanda e connetterla all’offerta. Nello specifico si tratta di far dialogare Centri per l’impiego, Agenzie del lavoro e Associazioni datoriali in un unico spazio conoscitivo.
Per i soggetti detenuti prossimi alla fine della pena è necessario programmare per tempo delle attività formative flessibili, nonché offrire servizi di supporto ed accompagnamento al lavoro, che coinvolgano anche le aziende destinatarie. Per essere efficaci, non bisogna lasciare da soli i soggetti più fragili, ma anche le imprese che partecipano ad iniziative dall’alto valore sociale.
Salvo Messina,
Presidente Solco