Il 3 giugno il Corriere della Sera ha pubblicato le ultime previsioni del Sistema informativo Excelsior (di Unioncamere) sul fabbisogno occupazionale in Italia, relative al periodo 2024-2028. Per il Lazio, da qui al 2028 registreremo 357.000 assunzioni, risultato che somma 285 mila sostituzioni e 72mila nuovi occupati, quest’ultimi in aumento del 3% in termini assoluti.
La nuova occupazione riguarderà sia qualifiche medio alte (amministrazione, marketing, finanza, servizi alle imprese), sia quelle medio basse (commessi/e, addetti sala, accoglienza), nonché i mestieri (macellai).
L’Universita’ Roma tre insieme all’Ente bilaterale del terziario hanno avviato un’analisi puntuale dell’evoluzione dell’occupazione nel settore. L’indagine, che si avvale delle comunicazioni obbligatorie, consente, proprio sulla base delle assunzioni, dimissioni e licenziamenti, di individuare i trend della domanda di lavoro nella Regione Lazio nel terziario e fornisce informazioni preziose sulle professioni in crescita, stabili o in regressione.
Ma come siamo attrezzati o come dovremmo attrezzarci per dare risposte a questi bisogni di nuova occupazione? Non scordiamoci del paradosso di avere contemporaneamente molti posti vacanti e un tasso di disoccupazione elevato. A mio modo di vedere, abbiamo bisogno di una strategia ampia ed articolata. Ma cosa accade nel Lazio?
Lo strumento più importante che abbiamo a disposizione è il programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), che dovrebbe dare ai disoccupati opportunità di impiego. Come opera GOL nel Lazio? Senza dubbio le procedure ed i criteri per l’avvio e la gestione dei corsi di formazione devono essere salutati positivamente – in altre Regioni diventa quasi impossibile avviare un qualsiasi corso di formazione); ma dobbiamo evidenziare anche gli aspetti che finiscono per vanificare le migliori intenzioni.
Faccio riferimento in particolare a due questioni rilevanti: in primis alla capacità del sistema di avviare i soggetti destinatari ad un’azione formativa con la rapidità necessaria; in secondo luogo, al ruolo giocato dai Centri per l’impiego e dalle Agenzie del lavoro.
Sul primo aspetto faccio notare, ad esempio, che dei 3.794 possibili utenti del Lazio a cui proporre un’attività formativa (segnalati alla rete degli operatori di cui fa parte anche Solco), ben 3.002 sono stati profilati nel lontano 2022.
Relativamente al ruolo dei Centri per l’impiego e delle Agenzie del lavoro c’è da rilevare che, ben oltre 6 mesi fa, la Regione Lazio ha emesso una delibera con la quale consentiva anche alle APL di prendere in carico e profilare disoccupati da avviare al programma GOL. Questa decisione avrebbe consentito una velocizzazione nel coinvolgimento di soggetti destinatari del programma, tenendo conto della maggiore capillarità territoriale e della proattività delle APL. Tuttavia, la delibera non è ancora operativa a causa di ritardi formali e burocratici.
In conclusione, abbiamo i posti di lavoro vacanti, i disoccupati che cercano lavoro e le strutture presenti nel territorio che vorrebbero gestire i programmi di incontro tra domanda e offerta. Nei fatti, però, non si riesce a tenere insieme tutti questi fattori.
Salvo Messina
Presidente Solco