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Prendiamo sul serio le Academy aziendali

Oggi si sente parlare sempre più spesso di Academy aziendali. Sembra quasi il “prodotto di giornata”, che con un termine nuovo e accattivante indica qualsiasi corso o iniziativa di formazione professionale portata avanti da una azienda. Tuttavia, la domanda formativa delle imprese – a partire da quelle di grandi dimensioni – sta cambiando molto ed è bene interrogarsi seriamente sulle risposte che si trovano ad offrire le Academy.

Per questo, come Solco abbiamo condotto una rassegna della letteratura sul tema, provando a fare un po’ il punto sulle esperienze che si stanno sviluppando nel nostro paese.

Intanto è utile ricordare che già in passato molte grandi aziende italiane si erano dotate di vere e proprie scuole aziendali. Per citare gli esempi più noti, Elea di Olivetti o Isvor di Fiat. Scuole aziendali che avevano via via assunto una vera e propria configurazione giuridica e che operavano sia verso il cliente interno che verso il mercato. Queste strutture formative sono state smantellate con due motivazioni: ridurre i costi (eliminare tutto quello che eccede il core business) e “flessibilizzare” la domanda di formazione (acquistare dal mercato quello che serve, quando serve).

Oggi si è imboccata la strada inversa. Ci si è resi conto che l’accelerazione dei cambiamenti tecnologici ed organizzativi impone alle imprese – in particolare quelle grandi, ma il problema è anche delle PMI ovviamente – una continua esigenza di aggiornamento professionale, oltretutto su contenuti iper-personalizzati.

Nell’era dell’economia della conoscenza, assistiamo infatti ad una crescente attenzione alle risorse umane, da un lato; dall’altro, alla sempre maggiore difficoltà a reperire sul mercato competenze e professionalità “fatte” per le specifiche esigenze produttive. Detto in altri termini, viste le difficoltà a trovare un’offerta adeguata, le aziende cominciano a ritenere più vantaggioso formare autonomamente le persone.

Come rilevato nella nostra Rassegna, le aziende più avvertite si sono rese conto che la competitività oggi passa sempre più dal valorizzare i processi di apprendimento organizzativo, evolvendo in “Learning Organization” caratterizzate da un apprendimento permanente e sistematico. In questo contesto le aziende hanno a disposizione nuovi strumenti (in primis le piattaforme e-Learning) ed approcci metodologici che facilitano l’avvio di progetti formativi non estemporanei, ma che garantiscono continuità ed accompagnano l’intera vita aziendale.

Rimane il tema delle PMI, per le quali è più difficile immaginare l’avvio di iniziative simili. Per queste imprese bisognerebbe pensare ad Academy di territorio e/o di filiera, come quelle promosse di recente dalla Regione Lazio e dalla Regione Toscana.

Nella nostra esperienza abbiamo anche assistito ad iniziative avviate su impulso di associazioni datoriali o enti bilaterali. Ad esempio, l’Ente Bilaterale del Terziario del Lazio (EBiT) ha avviato una Academy sui mestieri tradizionali della GDO (macellai, gastronomi, etc.), in collaborazione con gli enti formativi convenzionati tra cui Solco. Un’esperienza da considerare senza dubbio una buona pratica, tanto più perché si propone di far assumere stabilmente una elevata quota degli allievi formati, originariamente in condizione di disoccupazione.

Per gli enti di formazione, le Academy offrono l’opportunità per presentarsi alle imprese come learning partner affidabile, in grado di personalizzare l’offerta formativa e di elevare la qualità dei processi di gestione dell’apprendimento. Ma grande attenzione è rivolta anche ai servizi di supporto all’accesso dei finanziamenti, alla luce degli elevati costi di una Academy. Infine, nei casi in cui le imprese vogliano ricorrere a candidati esterni (es. disoccupati da formare), assumono grande rilevanza anche i servizi per il lavoro, tra cui la ricerca/selezione, l’orientamento ed il supporto all’attivazione dei tirocini.

Le Academy aziendali rispondono dunque ad una nuova domanda formativa delle imprese e riflettono le caratteristiche emergenti del mercato del lavoro. È bene che anche l’offerta formativa evolva di conseguenza.

 

Salvo Messina

Presidente Solco

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Sicilia

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 300 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Lazio

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile è di 800 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Abruzzo

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 6 dipendenti
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 7 a 19 dipendenti
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 600 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.