Nei giorni scorsi sono stati pubblicati i dati sull’andamento della spesa relativa al PNRR. Dalla lettura apprendiamo che l’Italia realizza una performance migliore della media europea nella sua capacità di progettare e spendere le risorse finanziate. A dicembre 2024 l’Italia ha raggiunto il 43% degli obiettivi e dei traguardi concordati con l’UE, contro il 28/% della media dei paesi europei. I comparti economici che hanno contribuito di più sono quelli del credito d’imposta, degli investimenti ferroviari e dell’edilizia scolastica.
A questo risultato non ha contribuito certamente la Componente “Politiche attive del lavoro”, che registra un misero 7% nel rapporto tra spese effettuate e pianificate. Rispetto ai 2,5 miliardi previsti (da spendere entro il 2024), sono stati spesi solo 182 milioni. Risultato veramente deludente, ma ampiamente prevedibile. Ed è questa forse la cosa che dovrebbe far più riflettere, perché si continuano a perpetrare sempre gli stessi errori. Si è fatto veramente poco e quasi certamente con risultati modesti: basta pensare all’implementazione del programma GOL – che da solo assorbe 4,4 miliardi – con i forti ritardi rilevati sia nella profilazione degli utenti potenziali, sia nell’avvio delle attività formative ed essi dedicate. Come noto, ci sono Regioni, in particolare quelle del Sud, che hanno realizzato poco o nulla.
Le ragioni di tutto questo sono arcinote: si continua a replicare un approccio di tipo burocratico, fatto di rigidità formali che finiscono per impedire reali connessioni con il mondo produttivo, offrendo risposte lente e poco utili ai destinatari.
Restiamo convinti che servirebbe invece un sistema totalmente diverso, capace di partire dalla reale domanda di nuova occupazione.
Su questo versante, vorrei citare il progetto di politica attiva “Dulcis in fundo” che come Solco stiamo concludendo in queste settimane, perché ci permette in sé di mettere in luce gli elementi utili per dare concretezza a quello che andiamo dicendo. Il progetto è finanziato dalla Regione Lazio con l’Avviso “Mestieri”, finalizzato al rilancio delle imprese artigiane (le pasticcerie nel nostro caso). L’Avviso consentiva di mettere insieme tutti i fattori utili alla realizzazione di un progetto finalizzato all’occupazione: l’APL (Solco) assume il ruolo di promotore e coinvolge i diversi stakeholder necessari: le imprese di pasticceria interessate ad ospitare dei tirocini ed eventualmente ad assumere nuovi collaboratori, un istituto alberghiero per erogare una articolata formazione inziale ed un’associazione di volontariato (Seniores Italia) impegnata nel territorio in progetti di inclusione. Si è reso dunque possibile mettere insieme domanda, strumenti ed aziende proprio nell’ottica di creare nuova occupazione, anche per merito della giusta visione dell’Avviso. Nelle prossime settimane dedicheremo un articolo esaustivo a questa che consideriamo una buona pratica.
La critica che si può e si deve muovere riguarda i tempi di realizzazione dei progetti, ossia il tempo che intercorre tra la presentazione dei progetti in risposta all’Avviso e l’aggiudicazione degli stessi, che consente l’avvio delle attività. La pubblicazione dell’Avviso risale al maggio 2023 e ci sono voluti due anni per arrivare alla conclusione del percorso formativo e di tirocinio.
È fondamentale pensare a forme più flessibili ed efficienti, in grado di rispondere immediatamente a fabbisogni occupazionali che via via emergono dal sistema produttivo. I lunghi tempi previsti dagli Avvisi finiscono per vanificare anche le migliori analisi iniziali. Le aziende, come è del tutto ovvio non possono attendere i tempi della burocrazia. Ma non possono farlo neanche le persone in cerca di occupazione, che necessitano di servizi tempestivi in termini di bilancio delle competenze, supporto formativo mirato e accompagnamento personalizzato nella ricerca di una buona occupazione.
Salvo Messina
Presidente Solco