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Contro le semplificazioni della “fine del lavoro”

L’occupazione continua a crescere in quasi tutti i Paesi più sviluppati. Negli USA, nel 2023 i nuovi posti di lavoro sono stati ben 3 milioni. L’occupazione aumenta in particolare nella sanità, nella pubblica amministrazione e nei servizi alle imprese. Come abbiamo avuto modo di commentare nelle scorse settimane, questo è accaduto anche in Italia.

Conoscere i dati ci rivela quanto spesso sul mercato del lavoro si vada avanti per luoghi comuni o con affermazioni prive di base scientifica; ad esempio annunciando la fine del lavoro per via di una automazione pervasiva. Ma poi leggiamo i dati e scopriamo che non è proprio così.

Negli USA, dove l’introduzione di nuove tecnologie procede a passo spedito, l’occupazione continua a crescere. Enrico Moretti (docente di economia negli USA) già qualche anno fa ci diceva che per ogni posto di lavoro in un settore tecnologico se ne creano altri 5 nei servizi e nel territorio.

Venendo alle vicende italiane, i commentatori da tempo si concentrano sulla scarsa produttività del lavoro e sulla crescita di un’occupazione a basso valore aggiunto. Ma io proverei a richiamare la nostra attenzione anche su altri fattori. Intanto crescono anche in Italia gli occupati nei servizi alle aziende, ma ho l’impressione che questi qui spesso facciano riferimento alla miriade di certificazioni (gestione della qualità, D.Lgs. 231/01, parità di genere, etc.) di cui le imprese devono dotarsi. Attestati che in molti casi finiscono per seguire prassi burocratiche che poco aggiungono alla capacità produttiva. Ben diverso sarebbe sostenere le PMI – che più arrancano nei processi di innovazione – con servizi mirati all’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e digitali, offrendo anche supporto alla gestione dei cambiamenti nei processi produttivi.

L’altra questione che vedo come rilevante attiene allo scarto sempre crescente tra prodotti di eccellenza e tutto il resto. In Italia siamo capaci di produrre ed esportare in settori strategici prodotti ad alta intensità tecnologica e manufatturiera. Le nostre esportazioni non sono solo di beni agro-alimentati, anzi. Così come nello sport: eccelliamo in molte discipline, ma se poi andiamo a vedere il 63% degli italiani non pratica alcuna attività motoria. Ma come poter far diventare le eccellenze un motore per lo sviluppo più ampio del paese? Quali politiche bisognerebbe mettere in campo, ad esempio, per il trasferimento tecnologico alle micro-imprese ed alle PMI? Ecco quello che non vedo. Quando escono le statistiche dell’Istat o i rapporti del Censis, per citare i principali, se ne parla per un po’, ci si indigna magari, ma poi si torna alla routine quotidiana fino al prossimo rapporto.

 

Salvo Messina
Presidente Solco

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Sicilia

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 300 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Lazio

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile è di 800 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Abruzzo

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 6 dipendenti
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 7 a 19 dipendenti
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 600 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.