I recenti dati sull’aumento delle dimissioni segnalano una certa disaffezione per forme di lavoro spesso ritenute insoddisfacenti, cui segue il bisogno di transizione verso contesti migliori. Come abbiamo già avuto modo dire, infatti, la gran parte delle dimissioni registrate nell’anno trascorso sono state di tipo “da posto a posto”. Se questo è vero, allora bisogna interrogarsi sulle ragioni che determinano tali scelte. Io penso che le Organizzazioni tendano a sottovalutare le questioni relative al clima ed alla cultura aziendale. Questa sottovalutazione fa sì che non si tengano in giusta considerazione gli aspetti legati al modo in cui si sentono trattate le nostre risorse. La contraddizione tra approcci tayloristici e nuove forme di organizzazione del lavoro non è ancora stata risolta. Anzi in momenti di crisi, invece che tentare nuove vie di innovazione, spesso si tende a riprodurre tutto il vecchio armamentario gerarchico/funzionale, magari in altre forme. Una ricerca Gallup (l’istituto che da più di 20 anni indaga puntualmente la qualità dell’ingaggio dei dipendenti) mostra che esiste una forte correlazione tra senso di appartenenza e risultati aziendali. Le aziende che “motivano” e “creano coinvolgimento” raggiungono migliori risultati non solo da un punto di vista del fatturato, ma anche del tasso di assenteismo, del turnover e della fedeltà dei propri clienti.
Per molte aziende, il tema che si dovrebbe porre oggi è capire come “trattenere” i propri collaboratori. Un primo passo è quello di valutare il costo di sostituzione di un collaboratore che se ne va. È necessario poi sviluppare strategie appropriate e modalità realmente “partecipative”, capaci di “lavorare” sul senso di appartenenza. Molte aziende, ad esempio, utilizzano strumenti agili per sapere con una certa frequenza che cosa pensano e come si sentono i loro dipendenti e questo al fine di valutare in tempo reale quali azioni correttive predisporre.
Ci sarebbe molto da fare in questa direzione, soprattutto in un quadro in cui la mobilità tra un posto di lavoro ed un altro sembra aumentare notevolmente.
Salvo Messina,
Presidente Solco