La Regione Lazio ha pubblicato l’Avviso per la creazione di “Comitati Locali per l’Occupazione”. Mi sembra una occasione unica per sperimentare modelli innovativi di promozione di opportunità lavorative, tanto più per un contesto metropolitano come quello di Roma, dove l’incontro tra domanda e offerta di lavoro appare piuttosto complicato.
Resto convinto che in questo contesto siamo in presenza di un mercato del lavoro metropolitano e poi, quasi ignorati, diversi mercati del lavoro locali. Il primo funziona più o meno bene per le qualifiche medio-alte; i meccanismi di incontro tradizionali consentono una ricerca e selezione (pur con crescenti difficoltà) di figure qualificate.
Ma cosa succede per le qualifiche medio-basse e per la domanda di servizi nel territorio?
A mio avviso mancano luoghi nei singoli territori che facilitino questo incontro e che parallelamente rilevino quella domanda implicita di lavoro che spesso non trova sedi per una sua esplicitazione. Penso ai servizi alle persone (oggi è sempre più difficile trovare assistenti familiari, ad esempio), alla valorizzazione di beni culturali o a quella degli spazi verdi per finalità sociali o sportive, oppure a servizi utili alle attività economiche presenti nei nostri quartieri. Oggi mancano iniziative capaci di “scovare” e razionalizzare questa domanda e contemporaneamente individuare soggetti interessati a lavori di questa natura. È vero che siamo in presenza anche di un crescente rifiuto di certi lavori, ma siamo sicuri che vengano proposti ai soggetti giusti?
In questa direzione andrebbero ripensati i Centri Per l’Impiego e gli stessi COL (Centri di Orientamento al Lavoro) del Comune di Roma.
I Comitati Locali per l’Occupazione proposti dalla Regione Lazio dovrebbero diventare strutture stabili, finanziate con risorse importanti (e costanti) e capaci di coinvolgere tutti i soggetti operanti nel territorio: le associazioni datoriali, le associazioni di strada e le strutture del terzo settore dovrebbero unire gli sforzi per scandagliare domanda ed offerta, immaginando specifici progetti di accompagnamento e inserimento occupazionale. Forse sarebbe il momento di farla finita con le lamentazioni sulla mancanza di posti di lavoro ed attivare tutto quello che abbiamo a disposizione.
Salvo Messina,
Presidente Solco