Il Rapporto annuale INAPP “Lavoro e formazione: l’Italia di fronte alle sfide del futuro” rappresenta un prezioso strumento di riflessione per chi, come noi, si occupa di queste tematiche. Nel novero dei dati emersi, tutti molto interessanti, penso sia utile soffermarsi su quelli relativi alla formazione continua in ambito lavorativo.
Colpisce in prima battuta che la formazione svolta in azienda riguardi per un terzo delle ore (32,8%) l’aggiornamento obbligatorio su ambiente, sicurezza e salute; dato che raggiunge quasi il 50% nel Sud e nelle isole. Ciò indica che in particolare nelle PMI del Sud, dove più c’è bisogno di innovazione, la formazione obbligatoria assorbe una quota molto rilevante del monte ore complessivo.
Se poi allarghiamo lo sguardo, scopriamo che il 27% della formazione è rivolto all’area tecnica (tecnologie di produzione, fornitura di servizi, etc.), dunque ad apprendimenti necessari a far “funzionare la macchina”. Invece, alle attività formative relative alle abilità personali, al lavoro di gruppo, al lavorare meglio sono dedicate solo il 9,7% delle ore; da questo si può facilmente arguire la scarsa attenzione destinata agli aspetti non direttamente riferiti alla produzione o agli obblighi di legge.
Altro dato rilevante riguarda l’entità delle ore di formazione fruite in media dai lavoratori italiani: parliamo di 22 ore su base annua.
Quali riflessioni ci inducono questi numeri?
- A cogliere le opportunità e i benefici della formazione sono perlopiù le grandi imprese. Bisognerebbe pensare a modelli nuovi che coinvolgano di più – e con maggiore qualità formativa – le PMI, che oltretutto sono il vero tessuto del nostro sistema produttivo. Ma si deve porre attenzione anche alle disparità di accesso alla formazione, a discapito dei meno istruiti, dei più anziani e degli stranieri.
- Qualche domanda dovrebbero farsela anche i formatori. Che tipo di formazione offrono? Non sarebbe meglio pensare a percorsi finalizzati a reali cambiamenti organizzativi? Una formazione consulenziale, progettata e realizzata al fine di accompagnare e consolidare le innovazioni rese necessarie dagli scenari in continua evoluzione.
Salvo Messina,
Presidente Solco