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Sono finiti gli alibi per le politiche del lavoro

Le pagine romane del Corriere della Sera hanno reso noti nei giorni scorsi i risultati di due indagini interessanti sul mercato del lavoro: la prima, curata dalla Camera di Commercio di Roma, sulla domanda di lavoro nella Capitale; l’altra, dell’Osservatorio di Confartigianato, sulla presenza di lavoratori stranieri nell’artigianato del Lazio.

Non vi è dubbio che siamo in presenza di una messe di ricerche ed indagini che mettono in luce le crescenti difficoltà del nostro mercato del lavoro in tutte le sue componenti. Così la Camera di Commercio lancia il suo allarme sul fatto che nel primo trimestre di quest’anno saranno aperte oltre 117mila nuove posizioni di lavoro per operai specializzati, addetti al marketing, analisti di dati, ingegneri, addetti alla sicurezza informatica, ma anche per conduttori di impianti industriali, operai specializzati nelle lavorazioni alimentari e manovali dello spettacolo. Come si vede, parliamo sia di qualifiche alte, sia di qualifiche medio basse.

L’Osservatorio di Confartigiano ci informa invece che prosegue l’avvicendamento di artigiani italiani con operatori stranieri (sono 15mila le aziende con titolari non italiani) e nello stesso tempo aumentano i lavoratori stranieri in attività tendenzialmente rifiutate dagli italiani (logistica, edilizia, salute, agroalimentare). Il mercato del lavoro sta dunque cambiando pelle e si fa una tremenda fatica a gestirlo con efficacia.

È giusto che la Camera di Commercio lanci l’allarme sul rischio che le aziende non trovino i lavoratori necessari. Mi chiedo però se, in virtù del suo ruolo, si debba limitare a questo, ossia a dire – come fa il suo Presidente – che c’è bisogno di ITS specializzati e di immigrazione qualificata, sapendo che i risultati di programmi di formazione di questa natura non si vedrebbero prima di 5 anni. In altri termini, non sarebbe più utile se la Camera di Commercio provasse ad avviare azioni che coinvolgono tutti gli attori del mercato del lavoro? Ad esempio ipotizzando progetti concreti che offrano risposte anche nel breve termine, sapendo che non per tutte le qualifiche sono necessari percorsi formativi lunghi.

A tal proposito, si potrebbe immaginare di utilizzare strumenti come i tirocini e l’apprendistato, magari a valle di una formazione breve e mirata. Ma anche a finanziare forme di affiancamento e/o assistenza all’inserimento in ruoli per i quali, a partire da competenze di base, si possono acquisire sul lavoro le competenze necessarie allo svolgimento di mansioni più o meno specialistiche.

Al contrario, assistiamo impotenti ad una presenza per nulla incisiva dei soggetti pubblici, come i Centri Per l’Impiego, o ad interventi di politiche attive del lavoro della Regione del tutto scollegati dai fabbisogni professionali reali. Ad esempio, in questi giorni sono in avvio progetti attivati a seguito degli Avvisi “Salgo” e “Ri-salgo”, che finanziano la realizzazione di tirocini e formazione breve ad aziende individuate dalle Agenzie Per il Lavoro; non sarebbe stato molto più utile connettere queste iniziative ai fabbisogni evidenziati dalla Camera di Commercio, che sono espressione della reale domanda di lavoro? È ancora molto difficile provare a fare sistema, nonostante non manchino le risorse a disposizione.

Salvo Messina.
Presidente Solco

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Sicilia

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 300 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Lazio

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 5 dipendenti;
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 6 a 20 dipendenti;
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile è di 800 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.

Abruzzo

QUANTI TIROCINI POSSONO ESSERE ATTIVATI IN UN’AZIENDA?

  • 1 tirocinante se l’azienda ha fino a 6 dipendenti
  • 2 tirocinanti se l’azienda ha da 7 a 19 dipendenti
  • 10% di tutti i dipendenti per un organico superiore alle 20 unità.

CHI SONO I DESTINATARI?

Disoccupati, inoccupati, persone svantaggiate.

QUAL È LA DURATA DEL TIROCINIO?

Il tirocinio non può essere inferiore ai 2 mesi (salvo eccezioni) e non superiore ai 6 mesi, escluso per persone con disabilità che può essere attivato fino a 24 mesi.

QUALI SONO I TEMPI DI ATTIVAZIONE?

In qualsiasi momento.

QUANDO SI ATTIVA, INTERROMPE O PROROGA UN TIROCINIO, è NECESSARIO EFFETTUARE LA COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA?

Si ed è a carico dell’azienda ospitante.

QUAL è L’INDENNITà MENSILE?

L’indennità mensile non può essere inferiore ai 600 euro.

A CARICO DI CHI è L’ASSICURAZIONE INAIL E LA RC?

A carico dell’azienda ospitante.