Nella Gazzetta Ufficiale del 01 giugno 2021, n. 129 è stato pubblicato il decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, recante “Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.
Il provvedimento prevede l’istituzione di alcuni organi ognuno con specifici compiti e responsabilità per l’attuazione del piano, tra cui:
- la Cabina di regia;
- la Segreteria tecnica;
- l’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento dell’efficacia della regolazione;
- il Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale;
- il Servizio centrale per il PNRR;
- l’ufficio dirigenziale presso la Ragioneria dello Stato.
Un’attenzione particolare viene posta dal decreto al subappalto: al riguardo, viene normato che fino al 31 ottobre 2021 – in deroga alle norme in vigore che prevedono un limite del 30% – il subappalto non possa superare la quota del 50% dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture.
È fatto inoltre divieto di cedere integralmente il contratto di appalto e di affidare a terzi l’integrale esecuzione delle prestazioni o lavorazioni che ne sono oggetto, così come l’esecuzione prevalente delle lavorazioni ad alta intensità di manodopera.
A decorrere dal 01 novembre 2021, viene rimosso ogni limite quantitativo al subappalto, ma le stazioni appaltanti indicheranno nei documenti di gara le prestazioni o lavorazioni che devono essere eseguite obbligatoriamente a cura dell’aggiudicatario in ragione della loro specificità. Inoltre, le stesse dovranno indicare le opere per le quali è necessario rafforzare il controllo delle attività di cantiere e dei luoghi di lavoro e garantire una più intensa tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori e prevenire il rischio di infiltrazioni criminali, a meno che i subappaltatori siano iscritti nelle white list o nell’anagrafe antimafia.
Il contraente principale e il subappaltatore sono responsabili in solido nei confronti della stazione appaltante.
Con riferimento alla partecipazione a bandi ed avvisi pubblici, l’art. 47 (rubricato “Pari opportunità, generazionali e di genere, nei contratti pubblici PNRR e PNC”) prevede che gli operatori economici che occupano un numero pari o superiore a quindici dipendenti, entro sei mesi dalla conclusione del contratto, sono tenuti a consegnare alla stazione appaltante una relazione di genere sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni ed in relazione allo stato di assunzioni, della formazione, della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della Cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti, dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta.
Al riguardo, le stazioni appaltanti prevedono, nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, specifiche clausole dirette all’inserimento, come requisiti necessari e come ulteriori requisiti premiali dell’offerta, criteri orientati a promuovere l’imprenditoria giovanile, la parità di genere e l’assunzione di giovani, con età inferiore a trentasei anni, e donne. Il contenuto delle clausole è determinato tenendo, tra l’altro, conto dei principi di libera concorrenza, proporzionalità e non discriminazione, nonché dell’oggetto del contratto, della tipologia e della natura del singolo progetto in relazione ai profili occupazionali richiesti, dei principi dell’Unione Europea, degli indicatori degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile e giovanile al 2026, anche in considerazione dei corrispondenti valori medi nonché dei corrispondenti indicatori medi settoriali europei in cui vengono svolti i progetti.
È requisito necessario dell’offerta, l’assunzione dell’obbligo di assicurare una quota pari almeno al 30%, delle assunzioni necessarie per l’esecuzione del contratto o per la realizzazione di attività ad esso connesse o strumentali, all’occupazione giovanile e femminile.