Nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020, n. 322 è stata pubblicata la legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023“.
Il provvedimento introduce una serie di misure – di natura lavoristica, fiscale, amministrativa, ecc. – contenute tutte nell’art. 1 (composto da 1150 commi).
Da un punto di vista della gestione amministrativa del rapporto di lavoro, sono previste le seguenti novità:
- proroga del divieto di licenziamenti economici – viene esteso al 31 marzo 2021 il divieto di procedere a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e a quelli collettivi per motivi economici (con sospensione delle procedure in corso). Tale divieto non si applica nelle ipotesi di licenziamenti motivati:
- dalla cessazione definitiva dell’attività dell’impresa, conseguenti alla messa in liquidazione della società senza continuazione, anche parziale, dell’attività, nei casi in cui nel corso della liquidazione non si configuri la cessione di un complesso di beni o attività che possano configurare un trasferimento d’azienda o di un ramo di essa, ex art. 2112 cod. civ.;
- in caso di fallimento, quando non sia previsto l’esercizio provvisorio dell’impresa, ovvero ne sia disposta la cessazione;
- nelle ipotesi di accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono al suddetto accordo (a tali lavoratori è comunque riconosciuta la NASpI).
- proroga della deroga in merito alle causali giustificatrici da apporre nei contratti a tempo determinato – prorogato al 31 marzo 2021 il termine fino al quale i contratti a tempo determinato possono essere rinnovati o prorogati – per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta – anche in assenza delle condizioni giustificatrici, ex art. 19, comma 1, Dlgs. n. 81/2015 e s.m.i., quali:
- esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività;
- esigenze di sostituzione di altri lavoratori assenti;
- altre esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’ordinaria attività.
- i nuovi requisiti di attivazione del contratto di espansione interprofessionale – prorogata al 2021 l’operatività del contratto di espansione, estendendone l’applicazione anche alle imprese con almeno 500 dipendenti (fino al 2020, il limite era fissato a 1.000). Tale strumento sarà attivabile anche dalle imprese con almeno di 250 unità nel caso in cui le stesse accompagnino le nuove assunzioni a uno “scivolo” per i lavoratori più vicini all’età pensionabile. Per le aziende che occupano più di 1.000 dipendenti, a fronte di un impegno ad assumere un lavoratore ogni 3 in uscita, viene ulteriormente alleggerito il costo legato al prepensionamento.
Nei successivi articoli di approfondimento, si affronteranno le tematiche inerenti:
- gli incentivi assunzionali,
- nuovi programmi di politica attiva del lavoro,
- gli ammortizzatori sociali,
- le nuove disposizioni in merito a congedi e maternità,
- le novità in tema di previdenza.
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